Quote di riserva e quote disponibili: perché tenerne conto nel testamento
- Posted by Francesca Dimunno
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Nel redigere un testamento è bene tener presente che, in Italia, la normativa in ambito successorio è caratterizzata dalla presenza delle quote di riserva e quote disponibili. Queste quote regolamentano e limitano la capacità del testatore di disporre integralmente ed autonomamente del proprio patrimonio.
In Italia, infatti, il testatore non è totalmente libero di decidere nel disporre dei propri beni, ma dovrà attenersi alle prescrizioni imposte nel rispetto delle quote che spettano di diritto a specifici soggetti. La quota di riserva o legittima è quella parte di patrimonio della quale il testatore non potrà disporre, in quanto indisponibile, poiché riservata ai soggetti legittimari o riservatari.
Ma chi sono i soggetti legittimari? Il Codice Civile individua i soggetti legittimari nei congiunti del testatore, ovvero il coniuge del testatore, i figli legittimi, naturali o adottivi e gli ascendenti.
Le quote dei legittimari variano in base alla presenza (concorso) di più soggetti legittimari. Anche questo aspetto è dettagliatamente disciplinato dalla legge, ad esempio: nel caso di presenza del
coniuge e di un unico figlio, la quota di legittima per ciascun legittimario sarà di 1/3 ciascuno ed il rimanente 1/3 sarà la quota disponibile. Infatti, ciò che resta dell’asse ereditario, detratte le quote di riserva è la quota disponibile, cioè quella quota di cui il testatore può disporre in totale autonomia, senza che i legittimari possano ritenere lesive le disposizioni del testatore.
Laddove, invece, il testatore disponga anche della quota di riserva, superando i limiti della quota disponibile, gli eredi legittimari che ritengano di aver subito, in tutto o in parte, una lesione della
propria quota, potranno esercitare l’azione di riduzione, così come previsto dall’articolo 554 c.c. che dispone che “Le disposizioni testamentarie eccedenti la quota di cui il defunto poteva disporre sono soggette a riduzione nei limiti della quota medesima”,
Come è noto, in Italia il ricorso al testamento non è molto diffuso, soprattutto se si effettua un paragone con il ricorso al testamento da parte dei cittadini di paesi di matrice di Common Law.
Questa differenza è dovuta a motivazioni di natura culturale, ma anche ad una certa consapevolezza dei cittadini italiani in ordine alla grande regolamentazione da parte del nostro ordinamento in
ambito successorio. Ragione per cui, molto spesso, in Italia non si ricorre al testamento in quanto i propri congiunti riceveranno, comunque, quanto gli spetta, in virtù delle norme in vigore.
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