COEREDE ED USUCAPIONE SU IMMOBILE

Può il coerede che ha il possesso del bene ereditario, usucapirlo?

Il coerede è il soggetto che eredita con altri, beni che appartenevano alla persona deceduta, ovvero al de cuius. Nel caso in cui più di un soggetto sia erede, vi è una situazione definita coeredità, il nostro ordinamento consente ai coeredi la possibilità di chiedere la divisione dell’eredità. Non è raro, che uno dei coeredi sia in possesso di uno o più beni facenti parte dell’asse ereditario, anche prima del momento di apertura della successione, ad esempio nella gestione di un immobile. Ricordiamo che in Italia, la successione si apre al momento del decesso del de cuius.

L’articolo 714 del codice civile testualmente stabilisce che “Può domandarsi la divisione anche quando uno o più coeredi hanno goduto separatamente parte dei beni ereditari, salvo che si sia verificata l’usucapione per effetto del possesso esclusivo”. Questa norma, quindi, indica la possibilità di un godimento separato da parte di uno dei coeredi che non impedisce la possibilità che gli altri coeredi possano chiedere la divisione.

In quali casi, però, è possibile che si abbia usucapione?

Sul punto, è nuovamente intervenuta la Suprema Corte di Cassazione con ordinanza del 16 gennaio 2019 in cui ha specificato che il coerede che, anche dopo la morte del de cuius è rimasto nel possesso dell’immobile oggetto della eredità, anche prima della domanda di divisione, può usucapire le quote degli altri coeredi. In questi casi il compossesso si trasforma in possesso esclusivo. Il coerede deve inequivocabilmente possedere il/i bene/i come se fosse lui il proprietario, uti dominus, non essendo sufficiente che gli altri comproprietari si siano semplicemente astenuti dall’utilizzare il bene comune. I coeredi devono essere esclusi dal godimento del bene.

E’ oramai costante orientamento che l’usucapione può verificarsi unicamente sui singoli cespiti e non sulle quote dei coeredi o sull’intero patrimonio ereditario.

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