SOCIAL: CONVERSAZIONI PRIVATE O PUBBLICHE NELLE CHAT?
- Posted by Francesca Dimunno
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A causa dei social, posso incorrere in sanzioni o anche subire il licenziamento per aver offeso il mio datore di lavoro in una chat?
Oggi giorno i social sono divenuti una parte integrante della nostra giornata, ci troviamo a vivere in una era in cui siamo tutti perennemente “on-line”, si stima che in Italia vi siano 34 milioni di utenti che trascorrano una buona porzione del proprio tempo scrivendo su social e interagendo con amici virtuali.
I social sono, pertanto, divenuti veri e propri strumenti di comunicazione, ma qual’è la sottile linea che separa le conversazioni di natura pubblica da quelle di natura privata e, soprattutto, in quali situazioni possiamo essere ritenuti responsabili per quanto abbiamo scritto sui social? E’possibile essere licenziati per aver offeso il proprio datore di lavoro in una chat?
Sul punto è intervenuta la Corte di Cassazione mediante la sentenza n. 21965/2018 la quale ha specificato che nella risoluzione di tali problematiche bisogna osservare il disposto dell’articolo 15 della nostra Costituzione che stabilisce che sono inviolabili “la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione”. La libertà e la segretezza della corrispondenza sono estese anche ai messaggi di posta elettronica, nonché ai messaggi che vengono scambiati in chat private. Per cui, i messaggi scambiati nelle chat private o chiuse, cioè quei gruppi esistenti sui social cui si partecipa solo se iscritti al gruppo, dovranno essere ritenuti quali messaggi privati e quanto viene riferito non potrà avere valenza denigratoria. Pertanto, se in una chat privata un lavoratore dovesse scrivere un messaggio offensivo verso il proprio datore di lavoro, il lavoratore, comunque, non potrà essere licenziato. Ciò, in quanto la chat chiusa e riservata esclude che quanto scambiato al suo interno possa essere divulgato all’esterno e assumere, appunto, carattere denigratorio.
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